Quest’anno, i nostri viaggi sono stati piuttosto frammentati e spesso improvvisati, oltre che poco recensiti. Non siamo ancora riusciti a fare neanche un lapbook report (vi ricordo che su questo sito ne trovate alcuni cliccando qui o scrivendo la parola “lapbook” nel campo di ricerca). Abbiamo migliaia di foto da stampare, scrapbook dello scorso anno da finire e quindi anche qualche decina di post da scrivere.
Avevo iniziato qualche giorno fa con Torino e Genova (clicca qui per leggere il post) e oggi continuo con la Sicilia, unica meta estiva del nostro travelschooling 2020, con destinazione iniziale Porto Palo.

Prima di arrivare, abbiamo spezzato il viaggio -fatto rigorosamente in auto anche stavolta- con due soste. La prima tappa l’abbiamo fatta per pranzare a Eboli con un amico (qui vi consigliamo vivamente il ristorante Il Papavero – clicca qui per il sito) e vi lasciamo qualche foto.
La seconda tappa per la notte tra Vibo Valentia e Pizzo Calabro l’abbiamo trascorsa in un B&B piccolino, ma veramente delizioso, denominato Villa Zufrò (clicca qui per il sito), anche questo altamente suggerito. Foto in coda alla cartina.


Il 17 Agosto ci siamo rimessi in movimento e, da Vibo Valentia, abbiamo raggiunto il porto dove abbiamo preso il traghetto per la Sicilia a Villa San Giovanni, giungendo in poco meno di un’ora allo sbarco di Messina.
Affamati e accaldati, ma felici, abbiamo trovato un ben recensito ristorante d’albergo (Il Nostro ristorante a Villa Meo – clicca qui per le info), sul lungomare di Villa Franca Tirrena, dove poter fare uno spuntino prima di ripartire. Poi, ci siamo nuovamente messi in movimento con quella che a quel punto non era più una macchina, bensì una fornace a quattro ruote! Ultima tratta di circa tre ore: Messina-Porto Palo.

Abbiamo fatto gli stanchi dal 17 al 20 Agosto fermandoci sul posto, ospiti -serviti e riveriti- di questi generosi amici la cui casa si trova praticamente sulla riva della spiaggia di Porto Palo: acqua brillante garantita a tre minuti a piedi in Havaianas (…più braccioli, ombrellone, canotto, salvagenti, asciugamani, pranzo al sacco, giochi da spiaggia, cambio, ricambio e …vugumbrà!) mossa quasi esclusivamente dalla presenza di meduse bellissime e gigantesche.
Nuove ebrezze di base di quest’anno per Samuele: la scoperta del ghiacciolo, il giro -poco riuscito per via di un problema tecnico- sul motoscafo ANTICO (con sveglia all’alba!), in canoa e in gommone. Il pedalò era già presente all’appello da tempo.
Tra il 21 e il 22 invece ci siamo scatenati. A Burgio, sempre grazie all’impeccabile organizzazione degli amici, abbiamo visto nell’ordine il museo della ceramica (clicca qui per il sito ufficiale) e quello delle mummie, oltre a una storica fonderia delle campane (clicca qui per il sito ufficiale). Nel negozio di ceramiche più noto del posto, si è improvvisato anche un breve laboratorio live che ha coinvolto Samuele nella fattura di piccole gocce di creta sul momento. Che dire? Una tappa multidisciplinare da non perdere.
Il 23 Agosto abbiamo lasciato Porto Palo, diretti a Taormina, dove abbiamo soggiornato per un paio di giorni completando la nostra unica settimana di mare fuori porta 2020. Attraversando la Sicilia in orizzontale in auto, abbiamo potuto godere di un paesaggio bellissimo (ragione che sovente ci spinge a scegliere nella maggior parte dei casi questo mezzo di spostamento), caratterizzato dalla desolazione, dagli allevamenti di bestiame e dall’assenza totale di distributori, aree di sosta, colonnine SOS… insomma, ci sono le strade e, sorprendentemente, sono anche ben fatte, ma c’è da sperare che nell’arco di quattro ore di macchina non ci siano imprevisti, non si faccia un incidente o non si debba andare in bagno.

Marco, mio marito, tour operator di casa, aveva scelto a Taormina l’hotel Belsoggiorno (qui il sito), un albergo a tre stelle davvero delizioso, con una vista unica sull’Etna. E’ uno dei pochi alberghi con parcheggio (che a Taormina è proibitivo, quindi tenetelo presente!), posizionato a due passi a piedi dal centro (senza essere troppo nella baldoria del centro) e a pochi minuti di macchina dal mare (per il quale, volendo, c’è anche il servizio di navetta). Bello anche l’hotel, molto retrò e siciliano, cortese il personale, pulite e accoglienti le camere. Qui sotto qualche mia solita e monotona foto del posto.
All’arrivo, la prima sera, era tardi ed eravamo stanchi. Abbiamo faticato a trovare un posto in cui mangiare e abbiamo dovuto riportare indietro Samuele in braccio, perché aveva esaurito le sue energie nel percorrere la salita di arrivo al ristorante (qualunque) che alla fine avevamo scelto: qualche selfie con i supereroi in un negozio di caramelle del centro lungo strada e poi a nanna per la gita al mare del giorno dopo.
Anche qui, mare superlativo. Stavolta, spiaggia di sassi e ghiaia, molto accogliente, poco incasinata e con un bel panorama.
Serata a spasso con cena in pizzeria su una terrazza vista mare e Etna. Passeggiata prima di cena ai meravigliosi e unici giardini pubblici di Taormina, voluti dall’inglese, filantropa e naturalista britannica, pioniera del conservazionismo, Florence Trevelyan Cacciola (vissuta tra il 1852-1907 – qui la storia su Wikipedia). E’ una visita d’obbligo senza grandi deviazioni: ci si passa a piedi andando verso il centro.
Il giorno successivo, abbiamo visitato il Museo vulcanologico dell’Etna a Nicolosi (qui il link al sito) dove Provvidenza ha voluto che ci fossimo soltanto noi e che la guida, un ragazzo giovane e competente, fosse a nostra completa disposizione. Hanno completato la gita una location inaspettatamente molto gradevole e un’ottima cucina! A pranzo concluso ci siamo diretti al Rifugio Sapienza sull’Etna (qui il link) e siamo scivolati nell’incredibile emozione di camminare sulla lava, di entrare in alcuni crateri e di vedere un’eruzione da vicino. Non siamo saliti fino in cima con la funivia perché non eravamo ben attrezzati (come noterete dalle scarpe infradito che indossavo io) e i tempi erano troppo stretti. Vi consiglio quindi di considerare un abbigliamento da trekking più adeguato al contesto e un tempo più ampio da dedicare, qualora vogliate andare il più vicino possibile al cratere principale.
Questa tappa è molto molto consigliata, soprattutto nello stesso ordine in cui l’abbiamo fatta noi perché si arriva al vulcano avendo maggiore consapevolezza della sua storia, delle sue origini e della sua attività odierna. Esiste un altro museo vulcanologico che invece non abbiamo potuto visitare, quindi se volete seguire questo itinerario attenzione a non confondervi. Una giornata così vi regalerà delle fantastiche occasioni di apprendimento e potrete portarvi a casa tanti modi per approfondire i tantissimi temi (il fuoco, la chimica di una eruzione, la mineralogia, la storia delle civiltà, il terremoto legato alle attività vulcaniche, la ricostruzione di un ambiente geologico… e chi più ne pensa ne faccia!) che ruotano attorno ai vulcani.
Al ritorno dalla vulcanica gita, abbiamo approfittato di un bel concerto di Vivaldi al teatro greco di Taormina per unire la possibilità di vedere il teatro all’opportunità di viverlo appieno. Se vi capiterà di andarci, cercate di fare lo stesso. La visita si paga in ogni caso: tanto vale vederlo in azione con un bel concerto. Anche questa, se si va a Taormina, è una visita assolutamente immancabile (a questo link tutte le info).
La mattina dopo siamo tornati ai giardini pubblici, diretti a fare qualche acquisto (ricordini e pensierini) nel centro di Taormina, così abbiamo potuto rivederli in veste diurna, apprezzandone anche un panorama del tutto diverso.
Abbiamo eletto a nostri preferiti per gli acquisti due posti incantevoli: la bottega artigianale di ceramica Don Corleone dove ho comprato per noi un servizio di piatti bellissimi (qui il sito con tutti i riferimenti) e quella di due sorelle ceramiste (tra le foto a seguire – clicca qui per il sito) all’ingresso di Taormina, dove abbiamo acquistato oliere, piatti da portata, saliere e altri piccoli oggetti da riportare ad amici e parenti.
Quest’ultima mezza mattina, prima della ripartenza, l’abbiamo conclusa mangiando in un posto dove ho assaporato il tonno più buono che io abbia mai mangiato in vita mia: perfetto in tutto! Sapore, cottura, condimento, originalità, presentazione, tutto. Il ristorante si chiama 3/4 (clicca qui per la pagina facebook con tutte le info) ed è annidato in un vicoletto insospettabile di Taormina, accanto alla bottega di Don Corleone. E’ gestito da una famiglia locale e il padrone ci ha detto di averlo chiamato così per via della maggioranza di donne presenti nel suo nucleo famigliare: ha due figlie femmine ed è quindi figurativamente “in minoranza”. Andateci perché ne vale veramente la pena… e, se mangiate pesce, prendete il tonno!!
A pranzo concluso, siamo ripartiti in auto, diretti al porto di Messina per il rientro e, attraversato il guado, abbiamo ripreso in direzione di Roma. Freschi freschi, dopo sette ore di macchina, ci siamo catapultati a letto e adios Sicily, senza altri miraggi di trasferte estive almeno per quest’anno.
Cosa dire in generale sulla Sicilia, spersonalizzando questo post? Si mangia bene più o meno ovunque, perfino nei luoghi turistici. I siciliani sono socievoli e accoglienti. E’ una regione bellissima, caratterizzata da un mare unico e da paesaggi brulli, asciutti, sterrati, avventurieri. A tratti, sembra di attraversare il Texas. Tutto ciò che non ci azzecca visibilmente nulla (tipo qualche centro commerciale di grandi firme disperso tra i campi) è molto probabilmente in mano alla mafia e al riciclaggio. La connivenza regna sovrana in ogni luogo in cui lo Stato dimentica, concilia per convenienza o finge di non sapere.
Viaggiare è imparare. Oggi si viaggia spendendo poco anche in posti che sembrano riservati a soli ricchi. Il viaggio, noto nel “nostro contesto” anche come travelschooling, è sempre un’occasione di grande apprendimento multidisciplinare. E’ sinonimo di adattamento, condivisione, orientamento, conoscenza, esperienza, scoperta, socializzazione, costume. Insomma, viaggiate. Comprate meno scarpe e tenetevi il telefono che avete, ma VIAGGIATE.