A fine estate 2017, annotiamo sul nostro diario di bordo gli avvenimenti più importanti: le “giornate tipo” come spesso ci viene richiesto di raccontare; le cose imparate e quelle in via di comprensione; qualche chicca anche su momenti di svago totale, di gioco, di avventura, di scoperta…
Samuele comincia ad articolare un linguaggio più complesso, alla ricerca di un senso espressivo per lui chiarissimo e dei primi segni di autostima: quelli che nascono dalla gioia di essere compresi (nelle parole, come nei gesti, negli sguardi, nelle facce, nelle mossette…).
Lo scorso mercoledì abbiamo anche iniziato la scuola di inglese, della quale avevo già scritto tempo fa su questo blog (clicca qui per leggere il post). Tra poco cominciamo anche il corso di musica per la prima infanzia. È presto per dire altro, vedremo.
Sta imparando a soffermarsi sulle cose, a chiedere aiuto, a fare scoperte più intraprendenti e coraggiose.
Continua a collaborare attivamente alla vita quotidiana (dalle pulizie al rassetto, dal portare piccoli bagagli allo stare a tavola, apparecchiare, ripulire…) e a mostrarsi interessato e piacevolmente sedotto da tutto ciò che è lavoro manuale. Chiede spesso di poter partecipare e mai manca di dare alla fine qualche contributo utile e interessante anche per i suoi genitori o per i nonni. A volte mi domando se sia davvero solo frutto dei numerosi tentativi che fa in autonomia, o se i bambini sanno cosa fare e cosa fanno molto più di quanto noi siamo in grado di capire e di vedere, secondo le nostre aspettative. La Montessori, ad esempio, sosteneva che i giochi sono un impoverimento della realtà, una deviazione cui i bambini vengono forzatamente indotti dagli adulti per diversi motivi (comodità, minore impegno o fatica, paura del mondo reale, sottovalutazione…). In molti suoi scritti, sosteneva fortemente l’importanza del lavoro vero, in antitesi ai nascosti rischi intrinseci dell’immaginazione. Insisteva molto sul fargli conoscere e scoprire da subito le cose reali della vita nella loro verità. A distanza di quasi due anni, devo riconoscere, avendolo sperimentato in prima persona, che anche questa intuizione è una grande verità. Soprattutto, fa bene ai bambini, da molti punti di vista.
In questi mesi abbiamo viaggiato, abbiamo fatto molte cose, incontrato tante persone e vissuto diverse esperienze. Sarebbe stato complicato per me fare un reportage quotidiano, puntuale e dettagliato, sulle singole giornate. Così, ho raccolto dei momenti visivi (foto e brevi video) con i quali chiudo questo post.
Vi ricordo che, per chi vuole e ha interesse ad approfondire e confrontarsi sui temi dell’educazione parentale (in particolare dell’unschooling e dell’homeschooling), in modo informale e gratuito, il 22 Settembre ci si vede a Roma (clicca qui per tutti i dettagli). Per gli appassionati del genere, trovate anche l’evento su Facebook nella nostra fanpage (clicca qui).
Cari saluti a tutti e, per chi è dell’altra sponda, buon rientro a scuola!