Prima di scendere nel dettaglio di questo breve post su matematica ed economia finanziaria livello base, scaricatevi da qui il file con le carte dei numeri e i pallini stile Bortolato. Dovete stamparle e plastificarle, oppure potete irrigidirle come abbiamo fatto noi incollandole su un cartoncino più spesso e ritagliando il tutto.
Se avete da parte un po’ di monete, prendetele. Altrimenti, cominciate a metterle da parte così da poter fare questo piccolo gioco quando avrete tutto pronto. Età consigliata dai 4 ai 6 anni, poi come al solito dipende dal livello e dall’interesse del bambino.
Dividete i centesimi, facendovi aiutare dai bambini, in base al numero (1, 2, 5, 10, 20, 50). Inizialmente, lasciate perdere gli euro interi (monete da 1 e da 2).
Cominciate l’attività disponendo SOLO le carte con i pallini in ordine crescente e invitate i bambini a contare il numero di pallini presente su ogni carta. Dategli le carte numeriche da 1 a 5 (mischiandole) e invitateli a disporle sopra alla carta corrispondente al numero di pallini presente. Rileggete insieme ad alta voce: “1 pallino, 2 pallini, 3 pallini…” e così via, per assicurarvi che i bambini siano entrati nella dinamica di gioco e capiscano pienamente (e allegramente!!) cosa stanno facendo.
A questo punto, prendete tutte le monete da 1 centesimo e invitateli a disporne una per ogni pallino su tutte le carte, facendo notare ai bambini che sulla moneta è scritto il numero corrispondente al suo valore economico (io lo preciso sempre con Samuele perché spero che assimili presto e bene i diversi significati di valore e che, crescendo, impari a distinguere il valore economico dal valore reale o quello affettivo da quello inestimabile o oggettivo).
Disposte le monete da 1 centesimo, leggete insieme, indicando col dito i vari passaggi “1 centesimo, 2 centesimi, 3 centesimi…” e così via. Potete tranquillamente completare fino a 100 se volete e sfoderare l’euro, ma non ve lo consiglio. Magari inizialmente, con i più curiosi potete arrivare a 10 o a 20 (probabilmente, capito il meccanismo, lo faranno anche da soli), ma non di più, giusto per evitare che si stanchino prima che il gioco finisca e ne restino meno entusiasti. Alla fine di questo primo allestimento, per concludere la fase, contate tutte le monete: nel nostro caso fotografato erano 15 centesimi in monete da 1.
In dipendenza del livello di approfondimento, dell’età o dell’interesse dei bambini a cui siete giunti, togliete tutte le monete da 1 centesimo e invitateli a fare lo stesso esercizio con le monete da 2 centesimi (senza mai omettere di far notare il numero presente sulla moneta e quindi il suo valore economico). Allestita l’intera fila con le monete da 2 centesimi, costituita sempre dalle singole carte in ordine crescente, invitate il bambino a mettere due monete da 1 centesimo sotto a ogni moneta da 2.
Qui mi fermo perché è chiaro che chi ha bambini più grandi può proporre a questo punto concetti relativi a doppio e metà, divisioni, moltiplicazioni, sottrazioni, equivalenze, ecc. L’importante era offrire un avvio. Con i grandi grandi potreste perfino optare per delle piccole “competizioni” a tempo o lavorare su formule composte e scomposte o usare diversi valori delle monete. Insomma, vedete voi, pensateci.
Che senso ha questo giochino? E’ un’attività con tanti risvolti. Il tipo di risvolto, continuo a ricordarlo, non può che dipendere dal bambino, dall’età, dal “livello”, dall’interesse, dalla modalità rappresentativa, dalla preparazione del gioco e dall’entusiasmo con cui proporrete ai vostri bambini di partecipare.
In ordine sparso, per condividere con voi i nostri risultati, potrei dirvi che: fanno rapidamente memoria visiva delle monete che guardano, toccano e dispongono; imparano a valorizzare economicamente il significato di “costo”, “prezzo” e “risparmio”; cominciano a capire che lo stesso valore espresso da un etichetta o dal cartellino di una vetrina può essere fisicamente costituito in denaro in modo diverso; iniziano a capire che il significato dell’espressione “tanti soldi” è diverso dal significato dell’espressione “tante monete” e ancora dall’espressione “tanto valore”.
Il prossimo passo per noi, a cinque anni (che Samuele compirà il 26 novembre), è quello di dare una piccola autonomia di spesa così da poterlo lasciare libero di iniziare a praticare il suo discernimento nel rapporto con le cose e col denaro. Questo upgrade è fondamentale per introdurre nel tempo, in modo del tutto naturale, temi più complessi legati al valore reale, al prezzo, al valore affettivo, alle priorità di spesa, alla carità, al prestito… insomma tanta roba!
Oggi vi lascio il primo passo di questo lungo viaggio fermandomi qui. Approfitto per ricordare a me stessa che tutto passa per l’educazione, che educare è viaggiare (anche metaforicamente) e, visto che in questo caso si parla di soldi, che conoscere veramente il denaro (senza diventarne schiavi, cosa di cui è specchio questo nostro mondo di oggi) significa imparare nel tempo a dargli un valore. Quello che ha.
Il valore soggettivo, oggettivo o universale, può essere grande, piccolo o addirittura nullo, ma l’economia che molto spesso governa le nostre vite è frutto di un inganno educativo e questo tempo di decrescita e di crisi ce lo sta ampiamente dimostrando. Chi ha occhi per vedere 🙂 … stampi gratuitamente le carte da questo post se veramente vuole contribuire a cambiare il mondo.
Il futuro che noi non vedremo è già scritto nei nostri bambini e noi ne siamo custodi. E’ un grande potere. E da grandi poteri derivano…?
Buona giornata a tutti.