Varie ed eventuali

I social, le farse e l’istruzione parentale.

Noi non vi diremo mai che per fare istruzione parentale basta mandare una dichiarazione, perché i nostri figli sono di tutti.

Che macello!! E potrei concludere qui questo post.
Senza grandi premesse ed escludendo ogni commento personale sulla gestione amministrativa o sulle scelte operative dei singoli gruppi, o delle tante pagine dedicate all’argomento, vi segnalo all’occorrenza quelli a me noti presenti su Facebook (il social “dei vecchi”, ovvero dei genitori) ai quali sono iscritta anche io e che frequento da diversi anni.

Homeschooling a Roma: incontri, idee e luoghi (clicca qui per iscriverti) – 402 membri alla data in cui scrivo.
Eravamo amministratori io e Gioia Pistola, ma io me ne sono tolta proprio in questi giorni per una serie di motivi che trovate alla fine di questo post.

Homeschooling cattolico – gruppo di informazione preliminare (clicca qui per iscriverti) – 325 membri alla data in cui scrivo.
Elena Tinti e Michele sono amministratori del gruppo.

Homeschooling-progetti-spunti-gite (clicca qui per iscriverti) – 6804 membri alla data in cui scrivo.
Alessandro e Fabiola Riva sono amministratori. Diversi moderatori seguono il gruppo.

Homeschooling Roma Nord e Viterbo (clicca qui per iscriverti) – 88 membri alla data in cui scrivo.
Alessia Rossetti, che amministra anche la pagina Una Famiglia (clicca qui per visitarla) è amministratore del gruppo.

homeschoolers/unschoolers in Umbria (clicca qui per iscriverti) – 82 membri alla data in cui scrivo.
Luca Tironzelli, Chiara Mazziotti e Sarah Elisabeth Douglas sono amministratori del gruppo.

Homeschooling roma lazio e dintorni (clicca qui per seguirla) – 956 like alla data in cui scrivo e 1005 che seguono.

Homeschooling Belluno (clicca qui per seguirla) – 611 like alla data in cui scrivo e 642 che seguono.

On top:

La Scuola Non Esiste (se state leggendo questo post, siete già sul nostro blog: cliccando qui potete seguire o mettere un like alla nostra pagina Facebook e cliccando qui potete iscrivervi al nostro canale YouTube)

Erika Di Martino (qui la pagina Facebook “Positive Parenting”, qui la pagina Facebook “Educazione Parentale Homeschooling” e qui il sito EduPar, community online di famiglie che praticano vari stili di istruzione parentale in Italia)

LAIF (qui la pagina Facebook e qui il sito) della quale ero io stessa referente per Roma e Lazio, fino al mese scorso. Dopo di che, troppa confusione anche qui e ho mollato l’incarico.

Oltre a quanto segnalato finora, nell’ultimo anno soprattutto, anche per via del Covid, sono spuntate online e offline (attenti!!!!) organizzazioni, gruppi, realtà e appartenenze di ogni tipo. In mezzo ci finisce di tutto: quelli che fanno i gruppetti negli scantinati, quelli che vanno cercando altre cinque famiglie con cui fare la comunità educante nella sala della parrocchia, quelli che pensano che dad e homeschooling siano la stessa cosa, quelli che cercano una scuola parentale (come se non dovessero in questo caso attenersi alle stesse “regole” della scuola statale), quelli che prendono spunto, quelli che scrivono sui giornali (finora ho letto il 99,9% di fesserie sull’argomento), quelli che si infiltrano per chissà quale oscuro (e pericoloso) motivo… e potrei continuare.
A questi, vorrei aggiungere quelli (più o meno veterani) che nei propri gruppi sparlano degli altri facendo poi esattamente le stesse cose nei loro gruppi e sulle loro pagine e screditando tutti o quasi (non si sa per quali antichi rancori…?) mentre vanno proclamando qua e là un’educazione libera da competizione e protagonismo… bah.

Perché faccio questa premessa? Perché credo sia necessaria a dire che l’istruzione parentale in Italia è tema poco diffuso e molto controverso per tantissime ragioni culturali, individuali, contingenti, storiche e, molto banalmente, umane.

Cosa voglio invece dire con questo post?

Intanto che io mi sono ritirata dalla mischia di gestire gruppi o fare da referente perché nell’ultimo anno è diventato un lavoro e allora tanto vale (per chi avesse bisogno di un aiuto concreto, approfondito e puntuale sulle proprie esigenze e necessità, ricordo che qui è presente una pagina dedicata a quello che possiamo fare per voi e che potete visitare cliccando qui).

In secondo luogo, non rientra nella mia deontologia identitaria mandare allo sbaraglio la gente. Se uno mi scrive chiedendo moduli, senza neanche presentarsi, e in due righe di mail deliranti mi fa pensare che sia confuso, che non ha capito neanche lui cosa vorrebbe fare e perché, che ha fretta, che sfugge alla riflessione e alla visione complessiva delle cose, che non è chiaro o quant’altro, io non presto (neanche a pagamento) la sconsigliabile opera di mandarlo a giocare a mosca cieca.

Negli ultimi mesi, ho assistito e inteso troppo spesso e in troppi luoghi, non solo virtuali (soprattutto in una città come Roma non potete immaginare…), di persone, gruppi, associazioni, cooperative, famiglie e perfino ex insegnanti, che, senza farsi tante domande o porsi qualche scrupolo, si definiscono (alla luce del sole!!) sovversivi, alternativi, rivoluzionari o disobbedienti. E’ chiaro che queste persone (che nella storia dell’umanità, soprattutto in momenti di crisi, sono sempre esistite) nulla hanno a che vedere con coloro che per amore della conoscenza, della cultura, dell’apprendimento e del talento, hanno già fatto da anni la scelta dell’istruzione parentale. Il momento è delicato. Tenere divise queste intenzioni e missioni è a mio parere assolutamente urgente e necessario. Mescolare queste due entità (profondamente diverse tra di loro per tanti motivi) promiscuamente in gruppi che non si ha il tempo di seguire o in pagine social lasciate a se stesse, a mio modo di vedere, non fa bene né all’una né all’altra.

In questo momento, prestare il fianco alla confusione, all’ignoranza, alla fretta, al pressapochismo o alla leggerezza con cui si fanno certe cose (tipo moderare poco e male i commenti o gli iscritti perché si è più interessati al traffico o alla divulgazione), significa aumentare l’entropia. A beneficio di chi? Non so, io la domanda me la farei, perché tanti anni fa mi hanno insegnato che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi…
Gli esseri umani sono complessi, misteriosi, incasinati. Tante persone hanno vite contorte, intricate, lacerate, oscure agli occhi di un admin o di un commentatore seriale che si limita a fare sfoggio di tre cose che pensa di aver capito senza neanche sapere più di tanto a chi le sta dicendo. E’ un momento difficile per tutti e, per come sono io, in questi casi semplificare troppo non è necessariamente un bene, soprattutto se di mezzo ci sono bambini e ragazzi.

Accanto a queste persone (che spesso non hanno neanche voglia di sapere perché la DAD e l’homeschooling non sono la stessa cosa o perché la scuola parentale è diversa dall’istruzione famigliare) ci sono dei bambini, in nome dei quali troppo spesso si impugnano bandiere improprie. La questione non è consentire al genitore di esercitare il suo diritto costituzionale nello scegliere l’istruzione parentale per i propri figli, ma consentire ai figli di essere istruiti (grazie a una facoltà lecita e legale che ce lo consente). Però, il fatto che lo si possa fare perché un diritto della costituzione ce lo consente, non significa spostare l’attenzione dal figlio al genitore che invece, in molti casi, è quello che io vedo accadere, almeno nella mia amata città di Roma.

Non la faccio più lunga di così perché l’intento di questo post non è di certo quello di dire che invece noi sappiamo tutto, anzi. Senza dubbio però vi dico che noi non siamo qui a rendervi la vita semplice. Non vi diremo mai che per fare istruzione parentale basta mandare una dichiarazione fatta così o colì o che tanto ce la farete senza conoscere in modo dettagliato la vostra condizione famigliare, le vostre priorità e le vostre caratteristiche. A noi interessa la meta e la meta non siete voi ma i vostri figli. Voi siete però un mezzo fondamentale, necessario e importantissimo, della loro vita per consentirgli di raggiungerla.

Insomma, io la notte voglio dormire. Per farlo non posso avere sulla coscienza madri (o padri) scappate/i con i figli dai coniugi che, pur di non farsi trovare in un momento del genere, “scelgono” l’istruzione parentale. Ma di che parliamo????!

E ora ditemi tre cose a caso, prese fra le tante (sempre che ne abbiate voglia, il mio è un interesse reale):
quanto bene conoscete le persone con cui vi confrontate sui social riguardo a questioni fondamentali della vita (perché l’istruzione di un figlio è una di queste)?
sulla base di cosa rispondete, commentate o intervenite, con agilità e leggerezza a questioni poste in modo poco chiaro da parte di persone che non avete mai visto?
in funzione di quali certezze sulle vite altrui date indicazioni su cosa dire o non dire, fare o non fare, con un dirigente scolastico o con un assistente sociale?

Che peso e che valore date alla questione di coscienza (non di giudizio) rispetto alle mere scartoffie e alle procedure? Quanto vi interessa sapere o meno di essere stati complici, per superficialità (inevitabile sui social da parte dei più) o per averla fatta tanto facile di una scelta sbagliata che si poteva evitare?

Noi siamo quelli che non danno le perle ai porci (che pure hanno la loro assoluta e indiscutibile dignità per chi ne conosce il passo).

Credo di aver detto tutto. Buona settimana.

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