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Le cose che impariamo.

Le cose che facciamo sono quelle che impariamo. Non impigrirsi è un altro segreto per vivere un percorso di homeschooling o unschooling bello e sano.

Ultimamente ho trascurato il blog. Avevo in mente di “sconfiggere” la disinformazione che si sta generando attorno all’homeschooling e all’istruzione parentale (per via di tante schegge impazzite materializzatesi all’improvviso) con chissà quali interventi miracolosi e invece abbiamo avuto da fare parecchie cose tutte insieme e, quando è così, non si può fare tutto. Qualcosa bisogna mollare senza perdere di vista le priorità. Anche stamattina non ho tantissimo tempo a disposizione e così ho scelto di fare il solito riepilogo visivo con molte foto che, a mio parere, sono sempre un’ottima fonte di ispirazione e lasciare a voi lo spazio per le domande, qualora ne abbiate.

Abbiamo ripreso da tempo a far visita ai nonni. La nonna paterna, durante il Covid19 non è stata bene e – abitando lei a Perugia – non abbiamo potuto raggiungerla tutti quanti insieme per via delle limitazioni agli spostamenti tra regioni. Contiamo di farlo a breve. Inizialmente, ci siamo visti con i miei, con tutte le accortezze del caso e, man mano, con qualche libertà maggiore. Per noi, che viviamo in un appartamento di 80 metri in centro senza terrazzo, passare qualche giorno dai miei genitori è sempre un’occasione per vivere un intenso e approfondito rapporto con la natura. Le cose da fare sono talmente tante che le occasioni per apprendere qualcosa di nuovo non mancano mai. In quest’ultimo mese, ad esempio, ci siamo dedicati all’approfondimento delle tecniche che mio papà usa per tenere lontani gli insetti dagli alberi da frutto; abbiamo iniziato ad utilizzare il microscopio; abbiamo costruito piccoli campeggi in giardino con le tende mobili; abbiamo osservato le rane del laghetto approntando un accampamento sul bordo del lago, dove stavano iniziando a crescere e scorrazzare le più piccoline; abbiamo fatto piccoli lavori di falegnameria e rispolverato sfere Disney dall’armadio (le regalavo io a mia sorella ogni anno a Natale); abbiamo costruito aquiloni di carta fai da te, dipinto balene astratte, tenuto pulito il parco e scoperto un piccolo uovo d’uccello raccogliendo insalata nell’orto…

Nello stesso periodo, abbiamo ricominciato a fare le nostre piccole uscite variegate. Siamo tornati una volta al Bioparco, siamo stati al mare un paio di volte e abbiamo visitato diversi altri parchi romani, tra i quali – per la prima volta – il parco della pace, il parco del laghetto dell’Eur – dove andiamo più spesso, essendo vicino casa – e la cantina del castello di Torrimpietra – dove abitavamo prima e dove stiamo per tornare più frequentemente. Dopo tre anni e mezzo di città, ci mancano l’aria, l’orto, i suoni della natura, gli odori, la tranquillità e la genuinità di posti (pochi) che – ancora oggi – restano incontaminati o quasi. In tutte questi occasioni, e in modo del tutto incidentale, abbiamo avuto a che fare con un paguro, con un granchio, con una tartaruga da salvare e con un asino guardone.

Anche a casa, non ci siamo fatti mancare niente. Abbiamo ripreso i nostri esperimenti; abbiamo scoperto tre nuovi giochi da tavolo (grazie alla nonna) che abbiamo subito utilizzato; abbiamo fatto costruzioni con i Lego fino ad esaurimento pezzi; abbiamo ideato qualche occasione di apprendimento-gioco creativo; abbiamo preparato qualche altra dispensa per la classificazione e la geografia con il nostro meraviglioso libro di attività Montessori 4-7 anni; abbiamo cucinato dolci che non conoscevamo e istituito piccoli concorsi di gare sportive con auto da corsa telecomandate; abbiamo rispolverato Gravitrax, costruito e dipinto aerei di cartone, letto libri, girato nuovi mappamondi appena arrivati e avviato piccoli tentativi di scrittura con le lettere magnetiche, utilizzando l’abecedario di Bortolato, appeso vita natural durante al muro della cameretta…

E ora? Che stiamo facendo in questi giorni? Innanzitutto, godiamo un po’ dell’attesissima – e finalmente avvenuta – uscita su piattaforma del nostro primo piccolo lavoro di produzione nel mondo del cinema: “Beauty” di Nicola Abbatangelo. Potete vederlo su RaiPlay cliccando qui e magari farci anche sapere se vi è piaciuto. Stiamo poi concludendo il confezionamento di un altro piccolo gioiello, stavolta del mondo dell’arte e non del fantasy (…che però sempre arte è), del quale vi daremo notizia al momento opportuno. Infine, ma non in ultimo, dati i tempi, le sollecitazioni, le opportunità, i bisogni sollevati e lo spirito imprenditoriale dal quale saremo posseduti per il resto della nostra vita, abbiamo ritirato fuori dal cassetto un “vecchio” progetto sull’educazione. Talmente “vecchio” che, secondo noi, funzionerà benino e vi riguarderà tutti, ovunque siate. Vedremo.

Vi lascio. Si sono fatte le 8.30 e, come ben sa chi ci segue ormai da tempo, il mio timer “scade” a quest’ora del mattino, quando la giornata inizia ad animarsi e il resto della famiglia si solleva…

Le cose che facciamo sono quelle che impariamo. Ricordiamoci sempre che non impigrirsi è un altro segreto per vivere un percorso di homeschooling o unschooling bello e sano e che la stanchezza spesso passa facendo le cose e non stando sempre a riposarsi o vivendo in simbiosi col divano. Non vi scoraggiate, non mollate, non state a cercare il pelo nell’uovo e non abbiate paura. Chi fa le cose con coscienza, al meglio di quello che può e con buone intenzioni, è a posto. Cercate di capire chi seguite, cosa leggete, dove vi state documentando e a chi fate riferimento: gira un sacco di cattiva informazione anche nel mondo dell’istruzione parentale e dell’homeschooling e le fonti sono fondamentali, come sempre in ogni ambito della vita e della conoscenza.

Vi lascio con due consigli.

1. Se davvero vi interessa il mondo dell’apprendimento naturale, affiliarsi a gruppi, bande o ronde “contro la scuola” del ministro di turno, non è proprio la scelta migliore da fare, soprattutto in questo momento. Diffidate di chi opera con strumenti sovversivi o in opposizione e non perdete di vista il bene, il buono, il bello. Quella è la via, non l’altra.

2. Trovate voi stessi come famiglia e come realtà educativa: non cercate di scopiazzare, non emulate la vita di altri, non prendete i consigli per teoremi che vanno bene per tutti e non cercate di essere continuamente da tutte le parti a leggere qualunque cosa. Fate, sperimentate, sbagliate, rischiate e vivete. Educare è questo. Tutto il resto nutre soltanto il nostro ego di genitori nel tentativo di allontanare la paura, l’incertezza e la tensione che, come ogni essere umano (compreso quello che appare sempre sicuro di sé), ci assalgono più volte al giorno.

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