C’è un problema. Alla soglia dei cinque anni ormai, pare che Samuele abbia iniziato a dormire “fino a tardi” nel suo letto, togliendomi la libertà di girare qualche video in camera sua all’alba del mattino tra le 6.00 e le 8.00. Ho aspettato a scrivere questo post, un altro frutto di questa quarantena, perché speravo di offrirvi una bella video descrizione di questo bellissimo lavoro. E invece, a meno che nei prossimi giorni io non trovi il modo di dare profondità e scenario ad un bagno di 1mt x 1mt, mi tocca accontentarmi di offrirvi qualche foto e di darvi qualche breve indicazione scritta, al netto di eventuali altre vostre domande che potete lasciare nei commenti a questo post.

Innanzitutto, 3D is good. Quando ho visto questa scatola da buttare ho capito subito cosa sarebbe diventata! Era lì davanti a noi, la Torre di Babele!
L’apertura a quattro facciate ne consentiva uno svolgimento orizzontale quasi perfetto e altre piccole caratteristiche molto originali (un’apertura verticale che lasciava intravedere la realizzazione di una porta, un’altra più piccola sul retro che lasciava intendere che vi si potesse realizzare un affaccio, una finestra, e la chiusura/apertura già predisposta sul fronte del parallelepipedo) la rendevano una concreta occasione per realizzarne uno sviluppo verticale. Aggiudicato! Non ricordavamo più da dove venisse, ma sapevamo bene dov’era diretta…
Cosa ci è servito stavolta?
Per cominciare le illustrazioni di questo episodio proposte dalla nostra bellissima raccolta sulla storia della salvezza: “La mia prima Bibbia”. Le abbiamo fotografate bene dal libro, stampate in formato A4 per poterle incollare come sfondi all’interno della nostra torre e plastificate – prima di incollarle – per renderle maggiormente durevoli. Abbiamo anche copiato e incollato più immagini dei personaggi, dimensionati in proporzione alla torre, per poterli poi ritagliare e utilizzare come attori di questo bellissimo scenario – plastificati anche loro.

Per il resto, che dire? Tutto materiale di riciclo e roba da buttare, oltre alle solite cose necessarie (pennelli, colle, colori, scotch, forbici…) abbinate a tanta fantasia, tempo, pazienza, manualità, pensiero divergente, errori comuni, progettualità, pianificazione, svolgimento… and so on. Risultato (sempre per ricordarci che TUTTO E’ APPRENDIMENTO): circa due settimane di lavoro multidisciplinare sullo sviluppo di caratteristiche complementari quali teoria e pratica, conoscenza e competenza, organizzazione del lavoro, creatività, arte, storia e religione, oltre che condivisione, collaborazione e cooperazione.
Basta cianciare, ecco le foto in ordine progressivo di avanzamento del lavoro. Quello che non capite, se vi interessa approfondire, lo potete chiedere nei commenti! Nel frattempo, al primo accenno di nottambulismo di Samuele, proverò a fare anche un video che mostri meglio anche l’usabilità e la manovrabilità dei vari componenti da parte dei bambini.









































I contenitori dei tangram (3 di diversa difficoltà: facile, media e difficile) sono rotoli di carta igienica chiusi sul fondo con tappi di plastica a misura e sulla cima con vasetti di plastica vuoti di Didò. Sopra ai vasetti che chiudono il contenitore, abbiamo incollato tre materiali (cartoccio, cartone ritagliato e rete delle arance) che potessero rendere l’idea di alcune materie prime di pertinenza del tempo e della storia: la roccia, i mattoni e le reti.
Se questo lavoro vi è piaciuto, CONDIVIDETELO. Copiate tutto o solo quello che vi occorre per realizzare questa o un’altra costruzione a tema, mandateci le foto dei vostri lavori e, al bisogno, fate domande!
ISCRIVETEVI A QUESTO BLOG (è gratis!) lasciando la vostra mail nel campo in alto a destra per non perdere le nuove proposte e tutte le attività condivise.
QUI anche il canale YouTube, QUI la pagina Facebook e QUI la pagina Twitter.
Un saluto a tutti!