Le domande sul corpo umano sono sempre tra le prime a mettere il naso in casa quando parliamo di bambini. “Ma il cibo che mangiamo dove va a finire?” ti chiedono. E tu, che lo sappia o meno, che ti ricordi oppure no, sei chiamato a rispondere che in fondo finisce nel water tra cacca e pipì, dando una spiegazione realistica e comprensibile che preceda in sintesi la puzza e lo sciacquone.
Spesso ci chiedono: “Voi cosa fate per rispondere alle domande che i bambini pongono sul corpo umano?”. Non diamo mai risposte generiche, sbrigative e superficiali (ma semplici e con esempi concreti sì), non diciamo una cosa per l’altra, rispondiamo chiaramente che dobbiamo verificare insieme quando ci viene posta una domanda alla quale non sappiamo rispondere e ci armiamo di cose e di attività belle e interessanti. Questo post è una traccia su alcuni strumenti a noi congeniali e sulle tante occasioni che la vita ci offre per affrontare questo argomento, compreso il bagno.

Il grande gioco del corpo umano, edito da De Agostini, nella versione che vedete qui accanto, a partire dai 4 anni, è un gioco molto divertente che offre l’occasione di memorizzare – divertendosi! – nomi, terminologia, differenze e contenuti specifici con partite a più giocatori che durano circa 2 ore …se vi concedete il meraviglioso lusso della lentezza. Lo abbiamo comprato noi da pochi mesi e il prezzo più conveniente che ho incrociato (compresi negozietti, grandi librerie, fornitori online, ecc.) è stato quello di Amazon. Se vi interessa fare altrettanto, alla data in cui scrivo lo trovate cliccando qui, altrimenti si trova anche da Feltrinelli o Mondadori, in piccole librerie e in qualche negozio di giocattoli ben fornito. E’ piuttosto recente. Ve lo consigliamo e personalmente credo che lo regalerò ad altri.

Un’altra cosa comprata da me su questo argomento, sempre su Amazon (lo trovate cliccando qui) per via di una netta convenienza, anche se spesso risulta indisponibile, è il libro animato della Usborne “Il corpo umano”. E’ il classico libro con alette apribili, è diviso per sezioni ed è di un formato comodissimo che consente di essere sfogliato a tavola, magari mentre si mangia, per vivere in concreto il momento della digestione, oppure in bagno per concedersi in libertà un coloratissimo tuffo nella tazza al momento del… bisogno, appunto. Noi lo consultiamo da quando Samuele aveva circa 3 anni e mezzo e, a distanza di quasi un anno, ancora non ci annoia. Assolutamente consigliato.

Se non ricordo male poi, “il mio cofanetto Montessori del corpo umano” dell’Ippocampo Ragazzi è stato il nostro primo acquisto nei meandri di fegato e cervello. Lo abbiamo usato diverse volte già, da quando Samuele aveva tre anni e anche questo lo abbiamo acquistato su Amazon (lo trovate qui). Semplice e veloce da allestire, è pulito ed essenziale come tutte le cose tipicamente montessoriane, soprattutto di questa collezione (della quale trovate altri cofanetti tematici, noi ne abbiamo diversi).

In tutto ciò, non potevamo farci mancare il classico bustino da svuotare e riempire, comodissimo quando si gioca con gli altri articoli o si consulta un libro per toccare con mano un intestino, un polmone o un cuore. Vive in casa nostra anche lui da circa un anno, ma non gli abbiamo ancora dato un nome. Se ne trovano tanti e forse questo, dal punto di vista del montaggio e dello smontaggio non è proprio il più agevole in commercio. E’ veramente un po’ antipatico (ogni tanto troviamo un rene in giro per casa), ma la misura perfetta, anche in questo caso, consente al bambino una maneggevolezza, una portabilità e un peso che alla fine, abbinate a un costo accettabile – non facilmente reperibile su questo tipo di articolo, venduto chiaramente a chi ne fa un uso medico, ovvero può spendere, sebbene sempre di plastica si tratti -, fanno la differenza. Se vi piace l’idea, lo trovate a questo link.

Infine, per il quarto compleanno di Samuele, a novembre 2019, è arrivato “Il corpo umano Montessori” di quella furbacchiona della Clementoni. Esiguo, rispetto a quello edito dall’Ippocampo Ragazzi di cui sopra, e sicuramente meno approfondito, però i materiali sono diversi quindi è l’ennesima occasione di maneggiare lo stesso argomento passando per altre sensazioni. Essendoci stato regalato, non so dirvi dove sia stato acquistato e quale sia il canale migliore relativamente al costo, ma su Amazon c’è e lo trovate qui. Magari può essere un punto di partenza… Se però dovete scegliere e ne volete comprare soltanto uno prendete quello di cui sopra.
Riflessioni, domande o considerazioni generali: il nostro parere.
Usare tante cose diverse su uno stesso argomento crea confusione?
Dipende. Usare tre diverse cose insieme contemporaneamente indubbiamente sì, potrebbe. Se vi trovate con cinque reni in mano e tante interiora sparse a casaccio sul divano probabilmente non è cosa buona. Ognuna di queste attività presume un ordine, una postura, una modalità per essere svolta e, senza dubbio almeno fino a 5-6 anni un aiuto. Ci sono cose che si possono abbinare senza creare confusione – tipo sfogliare un libro per capire come funziona l’apparato respiratorio e toccare nel frattempo un polmone di plastica mentre se ne legge la funzione – e cose che rischiano fortemente di generare puro caos. Una di queste, a mio parere, è dare in mano in libera concessione a bambini ancora piccoli – come ho visto spesso fare – questo genere di strumenti: il fatto che lancino ovunque budella, braccia di cartone e milze di feltro, sicuramente ha poco a che vedere con un apprendimento, anche libero, ben indirizzato.
Sono giochi e libri che possono usare da soli?
Eccezion fatta per i giochi da tavolo, dipende principalmente dall’età: un bambino che non sa ancora leggere, con alcune di queste cose, avrebbe grandi limitazioni ad esempio. E poi, una cosa è che lo voglia fare perché sta manifestando un qualche desiderio di approfondire da solo certe cose, e allora se lo strumento in uso lo consente perché no, un’altra cosa è che lo debba sperabilmente fare per non rompere le balle a gente che preferisce stare in altra compagnia o che ha da farsi i fatti propri. Giocate con i vostri figli! A prescindere da quello che imparano e in quanto tempo, hanno bisogno di voi: lasciate la smania dell’autonomia infantile a chi crede che i bambini, fino a che non diventano adulti, diano solo fastidio, non capiscano nulla e facciano troppo rumore per avvicinarsi a una conversazione – spesso inutile – in corso tra gli adulti e godeteveli. Quelli indicati qui sono tutti giochi e strumenti che presumono l’aiuto di un adulto, o di ragazzi più grandi già edotti di certi argomenti, almeno fino a 6 anni.
Vi mollo qui. Anche per oggi ho dato e la mia alba di libertà è scaduta. Vado a comprare il latte al nostro cercatore di trachee che si è svegliato. Sono le 8.15, buona giornata a tutti.